ViviAmo e VoliAmo sulla via Francigena
ViviAmo e VoliAmo sulla via Francigena
art di Adriano Arlenghi
Avevano tutti previsto pioggia e fulmini a volontà.
Invece il cielo è rimasto caldo, caldissimo. Strisciato di grigio, aveva perso quel colore blu cobalto che avrebbe fatto la fortuna dei fotografi. Sono arrivati in tanti alla spicciolata, ma alle dieci di questa mattina erano tutti lì. Molti con il loro pappagallo addomesticato sulle spalle. Alcuni venivano da lontano, perfino dalla Val di Susa.
Una manciata di bambini, il grande prato verde davanti a Sant’Albino affollato di occhi, il piacere di percorrere la via Francigena, un rinfresco azzeccato dopo tanta fatica, il desiderio di guardare nel cielo le acrobazie di propri uccelli preferiti. Così la cornice dell’evento. Inventato da Annalisa.
Una scampagnata tra ghiaia e sabbia, nel reticolo delle risaie, con lo sguardo perso sull’orizzonte. Una manifestazione molto ben riuscita, tanti occhi a frugare le.sfumature del cielo per ammirare i voli concentrici. Voli di chi ha il potere di vedere le cose dall’alto e dunque anche quello di sapere leggere meglio di chiunque altro gli accadimenti del mondo.
Inaugurato, se così si può dire, anche il vecchio cammino percorso da Sigerico nell’anno mille, cammino non ufficiale della via Francigena. Tanti bambini in gara per tenere sulle spalle quella presenza dipinta e per nulla ingombrante. Una foto ricordo da portare a scuola per l’ammirazione della classe. Caldo esagerato, sudore e lacrime.
In questi cammini non si finisce mai di imparare, io ad esempio ho conosciuto come funzionano i GPS attaccati ai pennuti, ma anche come utilizzare il BlaBlaCar per spostarsi da una città all’altra d’Europa ed ancora come funziona la didattica esperienziale nei bambini delle scuole elementaridella città. La polvere, la sabbia poi si sono incollati ai jeans e le scarpe della festa sono diventate irriconoscibili, cambiando colore. Non importa, oggi era il compleanno della libertà di Creed and Goa.
Pappagalli che non smettono mai di parlare e che lanciano continuamente, ma solo per chi sa ascoltarli, il loro grido di speranza.