L’ALOE VERA: UN ELISIR IN ORNITOLOGIA
L’ALOE VERA: UN ELISIR IN ORNITOLOGIA
Ho scoperto casualmente le proprietà nutrizionali dell’aloe vera in ornitologia qualche anno fa, leggendo in letteratura ornitologica e medica informazioni riguardati gli effetti terapeutici del gel d’aloe nella cura di irritazioni cutanee e fenomeni di deplumazione negli Psittacidi.
All’epoca possedevo una femmina di Pyrrhura che mostrava debilitazione a seguito della stagione riproduttiva appena conclusa e che per tale ragione, probabilmente a causa di uno squilibrio ormonale o del serrato susseguirsi delle cove, mostrava nel piumaggio segni di deplumazione e diverse ferite pruriginose per la secchezza della cute.
Per consentirle un più rapido recupero, decisi di inserirla, insieme al partner, in una voliera interspecifica che ospitava novelli e spaiati a riposo: in tale contesto, tentai quindi di sfruttare i benefici dermatologici dell’aloe inserendo nei contenitori d’acqua utilizzati per il bagno abbondanti quantità di un estratto d’aloe per uso orale acquistato in erboristeria. Approfittando dell’acquisto di un flacone da un litro, decisi inoltre di seguire la stessa prassi, anche con un gruppo di kakariki e alcuni Psittacula che sembravano aver risentito del caldo torrido di quell’estate, mostrando qualche irregolarità nella muta.
Naturalmente, visto il clima particolarmente rovente, tutti gli animali cominciarono ad abbeverarsi sempre con maggiore frequenza dai contenitori destinati alle abluzioni e, complici i dosaggi abbondanti che avevo impiegato, cominciai a notare, dopo appena una settimana, interessanti miglioramenti nella vitalità e nella salute degli animali, soprattutto in quegli esemplari che, per diverse ragioni, mostravano uno stato di salute apparente non perfetto: gli esemplari più vispi e reattivi, il piumaggio più lucido e composto, una miglior sopportazione della calura pomeridiana e una maggior energia nei movimenti, alcuni novelli più instabili che sembravano aver acquistato robustezza e vigore, mi portarono a credere che la soluzione di acqua e aloe fornita per il bagno che gli uccelli avevano assunto avesse avuto notevoli benefici sull’organismo, regolando e stabilizzando le funzioni vitali e vie metaboliche dell’organismo.
Dopo due settimane notai evidenti miglioramenti nella salute del piumaggio, con importanti segni di ricrescita a ritmi accelerati rispetto alla norma: deciso a continuare la somministrazione (estesa quindi attraverso tutti i liquidi presenti nelle voliere), alla fine della muta e del trattamento osservai con soddisfazione che tutti gli animali che tempo prima avevano mostrato segni di stress, debilitazione o immunodepressione, ora si rivelano perfettamente in forma. E non solo: in generale, mi pareva migliorata la qualità dei piumaggi, i quali mostravano maggiore brillantezza, aderenza e intensità di colore, restituendomi l’immagine di esemplari perfettamente sani.
Immediatamente collegai l’assunzione d’aloe agli effetti benefici rilevati e cominciai a informarmi sulle caratteristiche organolettiche di questa pianta in campo nutrizionale e medico.
Scoprii cosi che il gel estratto dalle foglie dell’Aloe Vera ha proprietà immunostimolanti, antiossidanti, antinfiammatorie, depurative, nutrienti, remineralizzanti, poiché al suo interno possiamo trovare minerali importanti come magnesio, sodio, cromo, calcio, ferro, rame, zinco e potassio, oltre importanti vitamine come la A, B1, B2, B12, C, E, niacina ed acido folico.
In particolare, il suo contenuto di vitamine del gruppo B è indispensabile per la produzione di energia e per il corretto funzionamento di diversi organi ed apparati. L’azione immunostimolante, potenzia e riattiva le difese immunitarie, l’azione antiossidante, grazie alla ricchezza in vitamina C e oligoelementi come manganese e selenio, contrasta gli effetti dell’invecchiamento sull’epidermide e contribuisce alla rigenerazione cellulare e dei tessuti in modo del tutto naturale. Aiuta anche la digestione e l’apparato digerente, ripulendolo, proteggendolo e migliorando la sua regolarità, poiché facilita l’eliminazione di scorie tossiche riequilibrando l’organismo.
Oltre ad essere un ottimo prodotto da utilizzarsi a scopo terapeutico, grazie alle proprietà cicatrizzanti e riepitelizzanti che aumentano la rigenerazione cellulare, può essere tranquillamente come regolari integratori alla dieta, poiché apporta agli alimenti di base micronutrienti fondamentali in modo meno artificioso rispetto ai multivitaminici naturali, evitando carenze ed eccessi nell’organismo: il suo utilizzo è quindi estremamente utile in riproduzione, per stimolare la fertilità grazie al contenuto di vitamina E, durante la muta e per l’accrescimento dei novelli.
Da diversi anni sottopongo i miei animali a somministrazioni bimestrali di succo d’aloe, miscelando all’acqua di bevanda un prodotto commerciale ad uso umano, facilmente reperibile in erboristeria, per 10 giorni consecutivi in ragione di 50 ml ogni litro d’acqua. Regolarmente sono inoltre solito inumidire pastone e miscele germinate con piccole quantità di estratto, garantendo una continua somministrazione di elementi essenziali a riproduttori in attività e novelli in pieno sviluppo fisico.
Durante il periodo di muta e il periodo preparatorio alle cove prolungo il trattamento in acqua per oltre 20 giorni, prassi che seguo altresì con animali che mostrano segni indefiniti di debilitazione.
I prearati commerciali mostrano il vantaggio di subire una tale preparazione da non ossidarsi a contatto con l’aria – processo che conferisce al succo un aspetto nerastro nel giro di poche ore – e di presentare una completa rimozione di ogni residuo di aloina, proteina contenuta nella scorza della pianta che provoca notevoli effetti lassativi. Qual’ora il prodotto utilizzato non sia stato epurato totalmente sarà possibile notare una diminuzione nella consistenza delle feci, il che ci farà orientare verso l’acquisto di estratti d’aloe caratterizzati da una più oculata preparazione.
Per i motivi sopradescritti, nonostante la pianta di aloe sia ampiamente diffusa in molte case a scopo ornamentale, considero la preparazione fai-da-te ampiamente svantaggiosa, considerando inoltre che il commercio offre buoni prodotti a lunga conservazione a prezzi irrisori.
A scopo terapeutico, l’aloe può essere utilizzata come supporto a vari tipi di medicinali, al fine di scongiurare debilitazione ulteriore nell’organismo, e al contempo, qualora non fosse possibile individuare la causa del malessere, può essere utilizzata di default per sanare numerose problematiche, senza timore di aggravare la situazione.
Attraverso la sola somministrazione di succo d’aloe mi è stato possibile risolvere preoccupanti patologie epatiche e renali, in cui l’intossicazione del fegato si dimostrava così avanzata da riverberarsi in aberrazioni del piumaggio; similmente ho potuto risolvere diverse problematiche legate alla ritenzione dell’uovo e al prolasso della cloaca, situazioni cliniche a cui sembrano predisposte diverse specie.
Ho addirittura potuto apprezzare miglioramenti evidenti nella fertilità di riproduttori ormai sfiancati da diversi anni di attività, mentre ho potuto sanare efficacemente innumerevoli disordini metabolici, soprattutto quelli scatenati in alcuni novelli in fase di svezzamento: stati diarroici prolungati, disfunzioni intestinali o
, sempre che queste non siano associate a massicce infezioni di patogeni, sono state risolte grazie all’uso dell’aloe. Anche dal punto di vista igienico questo “elisir” riserva numerose sorprese: in particolare nei lori, l’aloe sembra aver prevenuto stati cronici di micosi.
Da alcune osservazioni personali, ho addirittura ipotizzato questa pianta presenti effetti anche sotto il profilo antidepressivo, riducendo i livelli di stress e l’apatia in animali giunti all’autodeplumazione e in riproduttori che hanno presentato diverse tendenze a spiumare i pulli.
Credo quindi che la somministrazione di aloe possa influire positivamente anche sulla regolazione ormonale, utile in casi di aggressività sessuale e nervosismo durante le fasi di cova: senza dubbio sono innumerevoli i benefici che possono ancora essere scoperti in avicoltura e per tale ragione sprono gli allevatori a sperimentare e studiare i risultati ottenuti grazie all’impiego di tale prodotto.
art.di Luca Marani