Il taglio delle remiganti.
L’azione di tagliare o clippare le remiganti ai pappagalli domestici era, un tempo, una prassi fortemente consigliata, perché si riteneva che attraverso un “volo planato” il pappagallo fosse a minor rischio di incidenti domestici, di allontanamento e, se lasciato in esterno, si credeva erroneamente fosse a minor rischio di predazione.
Attraverso questa pratica si otteneva un volo planato e pertanto si ipotizzava che il pappagallo, quando spiccava il volo dal trespolo o dalla gabbia, non potesse volare via ma potesse, invece, planare a terra senza ferirsi.
Il taglio delle penne delle ali, in passato lo si faceva a “cuor leggero” perché era pensiero comune che la limitazione al volo era temporanea e con la caduta dei monconi (calami), le penne sarebbero ricresciute. Solo con lo studio del comportamento dei pappagalli e attraverso la conoscenza dei loro etogrammi si è appreso che questo modo di intervenire, seppur non doloroso per loro, è comunque una pratica barbara e crudele, tanto che il legislatore si è mosso in tal misura da rendere questa azione punibile per maltrattamento animale.
Attualmente, è possibile clippare le remiganti ad un pappagallo solo attraverso l’intervento del medico veterinario che ne attesti attraverso una relazione le motivazioni che giustifichi l’attuazione di tale procedura.
Conoscenze etologiche e comportamentali più approfondite, una maggior sensibilità e un’etica più brillante hanno portato via via alla quasi estinzione di questo metodo che, se fisicamente non doloroso, può portare nel tempo a gravi insicurezze che possono sfociare in altrettanto gravi problematiche comportamentali, come l’autodeplumazione.
Sempre di più si incentiva il volo in casa per le specie di piccola taglia, mentre per le taglie medio grandi si incentivano percorsi di educazione con l’obiettivo di fissare molto bene il richiamo prima e il volo libero poi.
Insomma, messo in soffitta per sempre il taglio delle remiganti, ora si incentiva il volo per il loro benessere.