PERCHÉ’ I PAPPAGALLI CI BECCANO E/O NON SI FANNO TOCCARE?
PERCHÉ’ I PAPPAGALLI CI BECCANO E/O NON SI FANNO TOCCARE?
Tutti noi almeno una volta abbiamo preso una beccata. Spesso, magari, non abbiamo neppure capito perché il nostro pappagallo sia stato spinto a tale comportamento. Le motivazioni in realtà possono essere molteplici come lo sono i modi di prevenire tali situazioni. Partiamo innanzitutto col dire che il becco dei pappagalli ha la principale funzione di “terzo arto”, viene principalmente utilizzato per gli spostamenti, afferrare oggetti, rompere noci, semi, cercare cibo. Rimane ad ogni modo l’unica arma di difesa di cui i pappagalli dispongono e in tal senso viene utilizzato. Quando becca un pappagallo? Quando avverte un senso di minaccia o per avvisarci di qualcosa. Se osserviamo un pappagallo in natura, raramente, utilizzerà il becco per ferire un altro esemplare ma più probabilmente per minacciarlo cercando di allontanarlo. Il becco viene anche utilizzato per avvisare il proprio compagno di un pericolo e indurlo alla fuga. Quindi, cosa spinge il nostro pappagallo a beccarci? La lista può essere molto lunga, proviamo ad analizzare alcune tra le situazioni più comuni:
1- Territorialità.
Non vi è mai capitato di infilare la mano all’interno della gabbia e prendervi una sonora beccata?! Beh, non sareste i primi…. I pappagalli possono essere animali molto territoriali, soprattutto se in coppia o in stormo, motivo per cui cercheranno di difendere il proprio territorio da possibili minacce o intrusioni. Anche noi saremmo infastiditi se qualcuno si intromettesse in casa nostra. È nella quotidianità di tutti noi, però, infilare le mani nella gabbia, per inserire cibo, cambiare acqua, le normali opere di pulizie. Che fare? Cerchiamo innanzitutto di evitare tale situazione, se dobbiamo pulire la gabbia, facciamo prima uscire i nostri pappagalli, mettiamoli su un trespolo o offriamo loro qualcosa da mangiare (piccoli premi) ed iniziamo a sistemare la loro casa. Altra possibilità è offrire loro una ricompensa prima di intrometterci nel loro territorio, diamo loro qualcosa di prelibato prima di inserire le mani, aspettiamo un attimo, movimenti lenti ma decisi e se tutto procede bene diamo un altro premiato.
2- Avvisarci di un pericolo.
Una delle cose più comuni ma che solitamente ignoriamo. Siamo soliti tenere i nostri pappagalli sulla spalla (solitamente sembra essere il loro luogo preferito dato che è la zona più alta del nostro corpo) ma in realtà è per noi la più pericolosa. Quando si avvicina un estraneo o questo compie un movimento troppo brusco, si avvicina un altro animale domestico, un rumore improvviso o forte, il pappagallo avverte qualcosa che non va, questo sferra la sua beccata che nel “suo linguaggio” indica un pericolo. Un pappagallo sulla spalla, anche se lo conosciamo molto bene rimane pur sempre molto pericoloso, il nostro viso è una delle zona più delicate del nostro corpo, orecchie, labbra ed occhi possono essere compromessi terribilmente da una beccata. La stessa beccata sferrata ad un altro pappagallo sarebbe quasi irrilevante dato che le piume che rivestono il loro corpo servono anche ad attutire i colpi. Evitiamo quindi di tenere il pappagallo sulla spalla, piuttosto su un braccio, il poggia schiena della sedia se siamo seduti. Evitiamo di tenerli vicini al volto se decidiamo di portarli fuori con la pettorina o se in casa può esserci qualche elemento di disturbo, estranei o qualcosa che possa infastidirli o non conoscano.
3- Periodi ormonali.
Molto spesso i nostri compagni piumosi diventano particolarmente “insofferenti” nei periodi in cui sale la carica ormonale, ciò avviene soprattutto se i pappagalli formano una coppia. In questi periodi è bene evitare il più possibile il contatto diretto con loro, possiamo insegnargli alcuni spostamenti su richiesta invitandoli con alcuni premi adoperati anche come “esche”. Iniziamo nuovamente ad avere un contatti con loro quando iniziano a tranquillizzarsi.
4- Malessere fisico.
Spesso se il pappagallo non è in periodo di accoppiamento o non siamo in presenza dei punti sopra elencati, il pappagallo potrebbe beccare in una situazione di malessere fisico. In questo caso dobbiamo essere molto attenti ed osservare la postura dell’animale, controllare le feci, osservare se il pappagallo mangia oppure no. Se qualcosa non va dobbiamo correre il prima possibile da un veterinario aviario e controllare lo stato di salute del nostro pappagallo.
5- Mancata fiducia.
Nei primi periodi in cui adottiamo o acquistiamo un pappagallo potremmo ricevere alcune beccate, queste sono date dal fatto che l’animale ancora non ci conosce e non si fida di noi, prima di passare a contatti diretti cerchiamo di acquisire la sua fiducia, restiamo accanto a lui ed offriamogli qualche premio senza insistere troppo, procediamo per piccoli passi, aspettiamo che inizi a mangiare dalle nostre mani, che inizi a salire sul braccio anche per piccoli e veloci spostamenti e di chiedere le coccole anticipando l’azione con una richiesta verbale. Anche questi iniziali contatti devono essere richiesti poco alla volta ed i primi contatti diretti con il pappagallo devono essere brevi e sempre accompagnati da un qualcosa di positivo come un seme o qualcosa che al pappagallo possa piacere particolarmente. Negli esemplari molto giovani alcune beccate sono semplicemente “prove” dato che ancora non sono in grado di dosare la loro forza in modo corretto, in questi casi cerchiamo di correggere la loro forza qualora fosse troppo irruente con un semplice avviso verbale come un “NO” deciso. Permettiamo loro di esplorare le nostre mani con il becco se usato con la giusta intensità e forza. Dobbiamo anche ricordare che i pappagalli possono anche non avere una visione totale del nostro corpo e se si trovano in determinate posizioni, come di schiena, è meglio attirare la loro attenzione prima di toccarli o avvicinare semplicemente le nostre mani. Evitiamo di giocare con loro in modo brusco con le mani o di insistere troppo nel farli salire su di noi.
Dopo questa premessa che aiuta a capire il comportamento del mio pappagallo il mio pensiero è il seguente : Il mio pappagallo non si lascia accarezzare, il mio pappagallo becca perché……
Spesso ci dimentichiamo che i pappagalli sono e restano animali selvatici anche quando nascono in cattività solo recentemente essi hanno cominciato a subire una selezione dall’uomo con l’obiettivo ad esempio di farne animali “PET”. Il pappagallo che noi ora alleviamo in cattività è il frutto di una selezione naturale operata nel tempo nei loro habitat naturali, tale selezione risponde ad una precisa necessità biologica e di esistenza nei loro areali naturali. Il loro piumaggio, o apparato tegumentario è molto delicato e non è strutturato per essere continuamente toccato dalle nostre mani, i loro becchi possono essere in grado di causare danni anche rilevanti alla struttura della penna. La quasi totalità degli Psittacidi sono animali sociali, vivono in stormo, ma restano monogami, pertanto le relazioni sono limitate a due individui, pur accettando di buon grado una convivenza ravvicinata lo “Stormo” anche a fronte dell’ essere “animali preda”, possiamo pertanto affermare che l’ avvicinarsi per toccare o manipolare un pappagallo preveda il consenso dell’ animale ed essere ben consci che stiamo invadendo il suo “spazio intimo”, spazio normalmente consentito solo al suo compagno o ad alcuni membri dello stormo. Un pappagallo che rischia l’ invasione del proprio “spazio intimo” dimostra una serie di comportamenti per fermare l’ intrusione attraverso una serie di linguaggi posturali e suoni che noi compagni-umani non siamo sempre in grado di interpretare o interpretiamo erroneamente, da ciò, nel tentativo di fermare l’ intrusione il pappagallo da prima si sposterà, potrà allontanarsi in volo per arrivare in casi estremi a beccare.
Prima di acquistare un pappagallo dovremmo porci una domanda: Quali aspettative mi attendo da quell’animale? Cosa vorrei fare con lui?
Sembra una domanda banale, ma spesso dietro a questa domanda ci sono risposte che possono far pensare che il pappagallo non possa essere il nostro “Animale-Pet”. Se l’ obiettivo è un animale da coccolare sul divano il pappagallo non sarà la scelta più azzeccata, ma se al contrario cerchiamo un animale attivo, intraprendente con voglia di relazionarsi in modo anche “sportivo” e potrà sicuramente fare al nostro caso, magari supportati da un coach per migliorarne la comunicazione. Attraverso un percorso di socializzazione riusciremmo a migliorare la comunicazione in modo che tutti i membri della famiglia diventino il suo stormo, con l’ obiettivo di un rapporto sociale ricco tra pappagallo e umani, e una comunicazione corretta e proficua non porterà BECCATE!!
Consiglio vivamente la lettura di un testo del 1587 scritto da FRANCESCO CARCANO detto “Sforzino” dove già allora scriveva di questa problematica e a fronte di studi anche attuali fatti da personaggi con grande esperienza aviaria soprattutto americani (tralascio la poca e scarsa bibliografia italiana) resta un testo di grande valore sia storico che culturale!