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Perché non dobbiamo sentirci in colpa per la cattività?

Perché non dobbiamo sentirci in colpa per la cattività?

Margaux Deman è una biologa specializzata nel comportamento animale e umano, laureata in biologia ed etologia presso l’Università di Rennes. È autrice di numerosi articoli volti a sensibilizzare l’opinione pubblica sul benessere animale e la gestione etica della cattività degli animali selvatici.

Il suo articolo intitolato “Pourquoi ne pas culpabiliser de la captivité?” esplora l’importanza della detenzione responsabile degli animali esotici, sottolineando come la cattività, se ben gestita, possa contribuire alla protezione e alla conoscenza delle specie, oltre a contrastare il traffico illegale e il bracconaggio.

Se vuoi leggere l’articolo completo in lingua francese, visita il sito ufficiale di Margaux Deman: Link all’articolo.

Leggi la traduzione completa che l’Associazione Pappagalli in Volo ha fatto per voi:

 

Perché non dobbiamo sentirci in colpa per la cattività?

Negli ultimi anni si è acceso un grande dibattito sul mantenimento degli animali selvatici in cattività. Personalmente, ho maturato la mia opinione attraverso anni di esperienza e riflessione, e oggi vorrei condividere con voi il mio punto di vista su questo argomento delicato.

Vivo con dei pappagalli che sono stati cresciuti in cattività, ma non mi sento una carceriera di esseri innocenti, fraintesi o maltrattati. Al contrario, sono orgogliosa di come mi prendo cura di questi amici alati, che considero come membri della mia famiglia, non come oggetti.

Questa passione non è un semplice passatempo per molti di noi, è una vera e propria ragione di vita. Ho dedicato anni di studio, formazione, tempo, denaro e scelte di vita a questi animali, e mi rifiuto di essere etichettata come “mostro” o “detentrice di schiavi”.

 

L’importanza della cattività nella consapevolezza e nel benessere animale

La crescente consapevolezza riguardo al benessere degli animali è certamente positiva e necessaria. Ma ciò che molti non comprendono appieno è che il nostro cambiamento di prospettiva verso gli animali è avvenuto perché li abbiamo “detenuti”.

Quando possiamo osservare un animale da vicino, quando lo possiamo toccare e comprendere nel profondo, ci sentiamo più coinvolti e preoccupati per il suo benessere. Senza la possibilità di interagire con queste creature, la nostra comprensione e il nostro rispetto per il loro mondo sarebbero rimasti limitati.

Grazie alla cattività abbiamo potuto sviluppare una conoscenza approfondita del loro comportamento, delle loro percezioni e delle loro emozioni.

Sì, sono sensibili.

Sì, sono dotati di intelligenza.

Sì, provano emozioni.

E questo lo sappiamo perché li abbiamo studiati e osservati da vicino.

 

I vantaggi della cattività per la medicina veterinaria e la conservazione

Le innovazioni nel campo della medicina veterinaria, come trattamenti per malattie o operazioni per curare disabilità, sono diventate possibili grazie agli studi effettuati sugli animali tenuti in cattività. Molte specie meno amate dal grande pubblico, come rettili, pesci, anfibi e alcuni invertebrati, oggi devono la loro salvezza a una ristretta cerchia di appassionati che si prendono cura di loro con dedizione.

La cattività e l’allevamento hanno anche un ruolo cruciale nel combattere il bracconaggio e il traffico illegale, uno dei mercati più fiorenti e devastanti al mondo. I programmi di riproduzione e reintroduzione nelle aree naturali sono nati grazie alla nostra capacità di tenere e studiare questi animali in cattività.

 

Pensiamo davvero di poter salvare il pianeta e preservare la biodiversità senza averli mai conosciuti e compresi?

L’ideologia anti-cattività: una visione estrema e poco applicabile

Chi sostiene l’eliminazione totale della cattività ignora le profonde implicazioni che ciò comporterebbe. Se davvero desiderano vietare il possesso degli animali selvatici e confinarli in luoghi inaccessibili al pubblico, allora sfido questi individui a fornire lo stesso livello di cure e attenzioni che noi, appassionati e professionisti, garantiamo quotidianamente.

Questo tipo di proibizionismo avrebbe conseguenze disastrose non solo per la biodiversità e la ricerca, ma anche per le persone che hanno fatto di questa passione un lavoro: veterinari, allevatori, formatori, addetti ai parchi zoologici, industrie del settore e produttori di alimenti e attrezzature.

Invece di vietare la detenzione, possiamo promuovere regolamentazioni che vietino le pratiche crudeli ancora consentite, imponendo standard più alti per quanto riguarda gli spazi, la qualità delle strutture, la presenza di conspecifici e l’arricchimento ambientale. Solo così potremo davvero fare la differenza.

 

Migliorare e imparare ogni giorno grazie agli animali

Oggi, grazie ai miei animali, sono una persona migliore di ieri. Ogni giorno mi impegno a migliorare il mio approccio e il mio rapporto con loro, per farli sentire felici e appagati, nonostante la condizione di cattività. E loro, in cambio, mi hanno insegnato un profondo rispetto che estendo a tutti gli esseri viventi.

State tranquilli, se non li avessi tenuti in braccio, sarei molto indifferente al loro destino, sia in cattività che in natura. Se non avessi vissuto con loro, ogni giorno, se non avessi vissuto per loro, ogni giorno, sarei rimasto un essere umano insensibile ed egocentrico.

Non dobbiamo sentirci in colpa per avere animali in cattività. Dobbiamo, invece, impegnarci ogni giorno per farli sentire felici al nostro fianco e per contribuire, con conoscenza e rispetto, alla loro protezione e alla loro conservazione.

 

Considerazioni 

Margaux parte dall’esperienza diretta con i suoi pappagalli per illustrare come la detenzione degli animali abbia migliorato la nostra comprensione delle loro emozioni, percezioni e bisogni. Grazie a questa conoscenza, è stato possibile sviluppare programmi di riproduzione, reintroduzione in natura e miglioramento delle condizioni di vita in cattività.

Secondo Margaux, è proprio grazie alla cattività che la medicina veterinaria ha potuto fare enormi progressi nel trattamento di patologie e malattie in precedenza incurabili. Inoltre, molti animali malvisti dal pubblico, come rettili, pesci e alcuni uccelli, sono stati salvati proprio grazie all’impegno di una minoranza di appassionati.

La cattività, se gestita correttamente, può rappresentare una risorsa preziosa per la salvaguardia delle specie e la preservazione della biodiversità, specialmente quando accompagna programmi di riproduzione e reintroduzione nell’habitat naturale.

Molte specie beneficiano oggi di progetti di riproduzione e di reintroduzione nel loro ambiente naturale. Questi programmi esistono grazie alla nostra capacità di prendersi cura degli animali in cattività e comprendere meglio i loro bisogni. Inoltre, le associazioni e le fondazioni coinvolte sono anche attive nel restauro degli habitat naturali, garantendo che questi possano accogliere nuovamente le specie animali e rinfoltire le popolazioni selvatiche.

Le conseguenze dell’ideologia anti-cattività

Margaux mette in guardia contro l’ideologia anti-cattività, sottolineando che il divieto assoluto di possesso di specie selvatiche, come desiderato da alcuni gruppi estremisti, potrebbe causare più danni che benefici. Se si confiscassero gli animali e li si relegasse in luoghi inaccessibili al pubblico, la qualità delle cure e l’investimento personale fornito dai loro attuali detentori sarebbe difficilmente replicabile.

Inoltre, vietare la detenzione porterebbe gravi conseguenze economiche. Molte professioni sarebbero colpite direttamente o indirettamente: dai veterinari agli allevatori, dai formatori alle strutture zoologiche, fino ai negozi di animali, le industrie di alimenti e accessori e molte altre realtà coinvolte nella cura degli animali esotici.

L’ideologia anti-cattività, conclude Margaux, non è applicabile né giusta, né dal punto di vista biologico né ecologico. E la sua affermazione si basa su una lunga riflessione che ha maturato nel tempo, dopo essere stata lei stessa vegana.

Le nostre considerazioni

Non possiamo continuare a sensibilizzare l’opinione pubblica semplicemente vietando la detenzione. Possiamo contribuire al benessere animale vietando pratiche realmente dannose e maltrattanti ancora consentite. Possiamo intervenire stabilendo criteri e volumi minimi per le strutture di accoglienza, incoraggiando l’arricchimento ambientale e imponendo percorsi formativi obbligatori per chi possiede animali esotici.

Margaux Deman evidenzia come la cattività, se ben gestita, possa migliorare la nostra comprensione delle specie animali, aiutandoci a sviluppare programmi di riproduzione e reintroduzione e a salvaguardare la biodiversità. Grazie alla detenzione, abbiamo fatto progressi nella medicina veterinaria e nell’allevamento responsabile, proteggendo molte specie dal bracconaggio.

Margaux avverte che vietare la detenzione di specie selvatiche avrebbe conseguenze negative per il benessere animale e per l’economia. La soluzione, invece, è vietare pratiche maltrattanti e migliorare le strutture d’accoglienza e le normative, contribuendo a creare ambienti idonei e a promuovere una migliore formazione per i detentori.

Se Margaux è diventata più empatica e consapevole, è grazie alla convivenza quotidiana con animali esigenti e difficili da gestire. Non dobbiamo sentirci in colpa per tenerli con noi, ma impegnarci a garantire loro una vita felice e stimolante.