Tra Passione e Pratica: Una Recensione Critica del Manuale ‘Come Addestrare un Pappagallo al Volo Libero
L’Associazione Pappagalli in volo che si occupa del recupero e di addestramento al Volo ha una ricca biblioteca che raccoglie testi, cataloghi e manuali tematici sia italiani sia stranieri. Come spesso accade, i trainers e alcuni associati veterani collaborano con il continuo arricchimento di questa risorsa che ha lo scopo di fornire materiale di studio continuo e confronto, anche con i diversi autori.
La nuova pubblicazione recentemente acquistata si intitola “Come addestrare un pappagallo al volo libero. Manuale pratico” scritto da Davide Varrucciu.
L’autore, nella quarta di copertina e nella post prefazione, ci racconta come è nata la sua passione per gli animali e come questa passione si sia trasformata in professione, fino a diventare un esperto nel settore del training con animali. La sua esperienza spazia dal mondo della cinofilia, ai rettili, piccoli mammiferi fino al regno degli uccelli. Sempre l’autore crea nel 2009 il progetto “Bernie the hero”, nel quale approfondisce l’importanza della relazione uomo animale, sostenendo l’esistenza di una possibile “impronta secondaria” basata sulla relazione. Come dichiara l’autore nel libro, si attendono risposte da etologi ed esperti che hanno voglia di approfondire la sua ricerca che per ora si può trovare solo sui suoi canali Social.
Nel frattempo Davide è impegnato come autore e produttore di una serie inedita che attendiamo di vedere presto in distribuzione.
Ma veniamo al libro e alla tematica trattata.
Se ci soffermiamo sulla copertina e leggiamo il titolo e il sottotitolo, ci aspettiamo di trovare nelle 100 pagine seguenti una serie di step che possano guidare un neofita del volo all’addestramento del pappagallo fin dai primi approcci al volo libero.
Il libro in effetti è scritto in modo molto semplice, con una terminologia molto comprensibile adatta proprio ai meno esperti.
L’incipit della prefazione è accattivante ed esprime un concetto condiviso anche con la nostra filosofia associativa, ovvero che “ il volo libero non è solo una passione, ma uno stile di vita” proprio perché chi pratica questa attività e gestisce un pappagallo che vola, sa quanto tempo e studio si nasconde dietro questa pratica di addestramento.
Addentrandosi però nelle pagine del libro, un neofita dell’argomento volo che si aspetta dall’autore nozioni pratiche di addestramento, per più della metà testo, si deve cimentare in una lettura se pur piacevole e interessante, su ciò che è un pappagallo e altre informazioni generiche sul tema Psittacidi, ritrovabili su molti testi o sul web.
Il nostro lettore poco esperto e curioso, dovrá attendere le ultime 25 pagine per avere una breve e generica infarinatura dei vari passaggi teorizzati e sperimentati dall’autore stesso per mettere in volo un pappagallo. Sorge spontanea la domanda: dopo aver letto il manuale, se si seguono i suggerimenti scritti, ci si può sentire in grado di liberare il proprio animale e vederlo volare in cielo libero con la certezza che ritorni?
Un lettore più esperto, invece, dopo aver letto il libro si sente maggiormente stimolato dal confronto con l’autore e avrebbe piacere di confrontarsi con lui per approfondire argomenti magari poco chiariti sul testo.
Interessa ad esempio l’argomento alimentazione per il volo, dove è chiaro che un pappagallo ben nutrito ha molta energia per volare, ma dovrebbe alimentarsi 3/4 ore prima della sessione di volo, con non ben chiari alimenti. Sarebbe interessante capire inoltre l’ utilità della scheda denominata Diario di volo in cui è presente il peso dell’animale monitorato. Va pesato prima della sessione di volo? O dopo? Al mattino? 3/4 h prima?
Un’altra domanda sorge spontanea sull’ ”integrazione energetica”che l’autore somministra post volo. Sulla base di quali osservazioni fa questa somministrazione? Calibrata su quali calcoli del consumo energetico?
Un altro spunto che merita un approfondimento riguarda la questione del rinforzo positivo, citato nel testo come pratica di addestramento preistorica, e sostituita con un addestramento basato sulla relazione. Concetto interessante se fosse approfondito nella pratica. Se si vuole fare divulgazione, bisogna essere chiari, spiegare come si traduce in agito un concetto, confermando sul piano pratico un assunto teorico, dimostrando la sua veridicità.
Un ultima nota critica di struttura è la mancanza totale di riferimenti bibliografici. Non si può pubblicare un manuale con parti tematiche riferite ad esempio ai cenni di anatomia e medicina veterinaria senza citare le fonti da cui sono attinte le informazioni.
In pratica, questo nuovo testo, può essere una piacevole lettura per che si avvicina a questo mondo, offre spunti di confronto costruttivo, ma a nostro modesto parere non può essere considerato un manuale pratico, perché dopo la sua lettura, fossi un proprietario responsabile, non me la sentirei di praticare il volo libero solo leggendo sulle pagine i passi da fare, avrei bisogno di un confronto sul campo, di un esperto che segua e corregga in miei errori e accompagni me e il mio pappagallo verso un’esperienza così emozionante che crea un legame per sempre tra noi e il nostro compagno volante.